Il cuore dell’attività di meetCULTURA è la progettazione su bandi per enti pubblici e privati, per aiutarli a definire una strategia in ambito culturale.
La nostra risposta è sì, e non solo perché la progettazione su bandi può portare risorse sul progetto. Misurarsi con un bando significa anche ripensare la propria organizzazione e lavorare secondo nuovi metodi e processi orientati ai pubblici della cultura e agli obiettivi strategici istituzionali.
Ci sono poi altri aspetti da mettere a fuoco.
Come tutti gli strumenti per l’assegnazione di contributi e la valutazione del loro utilizzo, anche il modello dei bandi presenta alcuni limiti, in particolare per quanto riguarda la trasparenza e l’efficacia, due punti su cui gli enti erogatori potrebbero agire per migliorarne prestazioni e risultati. Nonostante questo, i bandi restano uno strumento molto utile: impongono dei criteri prefissati, condivisi ed esplicitati con la possibilità di verifiche, monitoraggi e controlli, interni ed esterni, che costringono quindi a una progettazione seria e a una rendicontazione precisa.
Per quanto riguarda la progettazione europea, quest’anno terminerà il periodo di programmazione 2014-2020, e l’anno prossimo si inaugurerà il nuovo periodo di programmazione 2021-2027 su cui la Commissione Europea sta lavorando da tempo. Gli avvisi pubblici saranno quindi strumento di finanziamento certo ancora per i prossimi sette anni e, considerati i tempi di realizzazione e rendicontazione dei progetti che saranno avviati nel 2027, avranno ricadute almeno fino al 2030. Non citiamo casualmente il 2030: è l’anno per il quale le Nazioni Unite si sono poste i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile del pianeta. E il mondo culturale non può stare a guardare, questi obiettivi devono orientare anche il lavoro di tutti noi.
Per quanto riguarda la progettazione su bandi in Italia, invece, non sono all’orizzonte segnali significativi di cambiamento – al netto di esperienze locali di co-progettazione, che comunque si concretizzano nell’avviso pubblico – ed è quindi difficile pensare che nei prossimi tre anni le modalità di distribuzione di contributi statali possano essere riorganizzate: se si sperimenteranno dei processi innovativi sicuramente, almeno nei prossimi anni, affiancheranno il sistema dei bandi per come lo conosciamo oggi.
Su meetCULTURA continueremo ad occuparci di progettazione e osserveremo ogni cambiamento confrontandoci anche con altri professionisti per avere un punto di vista più ampio e completo sull’argomento.