Il mese di Giugno 2020 in Italia segna la fine della crisi sanitaria e, fortunatamente, anche l’inizio di tante altre crisi. Si, questa parola è fastidiosa e spesso ammantata da sensazioni negative ma vorrei ne recuperassimo l’intero significato.
La crisi, come insegnava Savino il mio mitico professore del liceo, altro non è che un momento di decisione e di scelta. Un momento che rompe un vecchio equilibrio e per questo ci costringe al movimento. Non possiamo più stare dov’eravamo. Forse proprio per questo la crisi fa paura ma è anche, soprattutto, un’occasione per cambiare e scegliere quale direzione prendere.
E’ questa la crisi che auguro alla cultura. Una bella e profonda crisi per trovare un nuovo passo, più giusto per chi la cultura la fa, siano questi operatori o pubblici.
Una crisi si diceva che dovrà essere prima di tutto decisione. Decisione delle istituzioni che dovranno stabilire che ruolo avere nell’ascoltare e soddisfare i bisogni della cultura.
La crisi economica che il mondo della cultura sta affrontando si affianca, infatti, alla consapevolezza che tutti abbiamo avuto in questi mesi di quanto la cultura sia necessaria. Fondamentale per l’economia e per il benessere psicofisico delle persone. Abbiamo dovuto limitare fortemente le nostre vite, è stata dura, ma come saremmo sopravvissuti senza libri, musica, cinema, visite virtuali, etc.? Che sia stato nei balconi, su una poltrona o davanti a uno schermo, l’Italia si è ritrovata unita dalla cultura.
Non mancano i riferimenti d’oltralpe che ci ricordano quanto la cultura non sia solo divertimento (cit.) ma parte dell’identità stessa del Paese. È questo il sunto del discorso fatto dalla cancelliera Merkel per annunciare il programma di sostegno al settore.
Ma anche in Italia ci sono esempi di come questa crisi stia favorendo decisioni importanti da parte delle istituzioni. Penso al Nuovo Forno del Pane, un centro di produzione e residenza artistica che sta prendendo vita negli spazi del Museo di Arte Moderna di Bologna. Uno spazio un tempo espositivo che ora diventerà sede di laboratori creativi. Una struttura che già nel nome recupera la necessità primaria della cultura, una memoria storica legata all’edificio ma un accostamento, oggi, dichiaratamente intenzionale. La cultura è necessaria come il pane.
Anche le istituzioni private stanno prendendo nuove decisioni in questa crisi. Viene pubblicato in questi giorni LETS GO, il bando di Fondazione Cariplo per gli enti del Terzo Settore che in parte rivede le consuete procedure di erogazione dell’istituto.
La crisi che auspico deve essere, però, anche una scelta per il futuro. E se si parla di futuro non si può non parlare di giovani. Questi sono fra i più colpiti dall’emergenza sanitaria di questi mesi. Colpiti nella socialità fondamentale nel loro percorso di crescita, colpiti nell’istruzione che per molti rischia di diventare un ostacolo al proprio sviluppo personale e colpiti, infine, sul lavoro. Un articolo commissionato dalle Nazioni Unite mette in evidenza i problemi che questa situazione potrà causare a chi è nato a partire dagli anni 80 del secolo scorso. Basti pensare che per i Millennials questa è la seconda crisi finanziaria globale nell’arco di soli 12 anni. I giovani che lavorano in cultura sono, poi, ancora più fragili perché spesso legati a contratti saltuari e non formali.
Per questo vi abbiamo proposto il bando European public sphere della commissione europea.
Per concludere possiamo dire che ciascuno di noi dovrà compiere una scelta tenendo conto di quanto abbiamo appreso in questo periodo. Noi che progettiamo cultura dovremo indirizzare con cura le nostre future azioni, chi produce dovrà ripensare i modi e chi gestisce dovrà probabilmente rivedere i processi così che la cultura possa superare davvero una bella crisi.
Perché proprio conoscendo la grande difficoltà che la cultura sta attraversando in questo momento, al netto dell’ottimismo, sono certa ci siano già gli strumenti per compiere quel passo decisivo.
Noi ci stiamo preparando e voi?
Arianna Errico
Project manager di meetCULTURA